La fortuna di fratel Venzo
La sua produzione è assai ampia: solo fra dipinti ad olio e a tempera si conoscono ad oggi poco più di duemilacento opere, alle quali vanno aggiunti i pastelli, le sanguigne, gli acquerelli e numerosissimi disegni preparatori per i dipinti di paesaggio; anche in queste altre tecniche espressive Venzo raggiunge esiti pregevoli.
Il lungo soggiorno a Parigi, dal 1925 al 1939, quello in Brasile (1953-1954) e quelli in Colombia a partire dal 1977, con le relative esposizioni, hanno contribuito a diffondere largamente le sue opere. Inoltre è accertata l’ acquisizione di suoi dipinti da parte di collezionisti canadesi e statunitensi già al tempo parigino e anche in seguito alla mostra a New York del 1976; altre mostre a Monaco di Baviera, Montecarlo, Berna e Zurigo lo hanno fatto conoscere in Europa. Tuttavia la produzione pittorica conservata al di fuori d’Italia è ancora quasi sconosciuta. Comunque, come è noto, la maggior parte delle sue opere è in raccolte private del Veneto e della Lombardia; più di duecento dipinti sono di proprietà della Compagnia di Gesù, a Trento, Gallarate, Villa Malta a Roma, sede della “Civiltà Cattolica” e in altre Case.
A partire dalla fine degli anni Quaranta del Novecento fratel Venzo trova alcuni convinti estimatori e sostenitori all’interno della Compagnia di Gesù, soprattutto in P. Gian Vittorio Cappelletto e, a partire dal 1966, in P. Luigi Pretto; grazie alla loro iniziativa possono essere allestite numerose mostre e vengono realizzate alcune importanti pubblicazioni sull’artista.
Tra gli studiosi e critici d’arte che a partire dal 1950 circa si occupano di lui con sensibilità e particolare apprezzamento vanno citati almeno Ugo Nebbia, Raffaele Carrieri, Bino Rebellato, Renato Giani, Decio Gioseffi, Raffaele De Grada, Antonio Terzi, Albino Galvano, Salvatore Maugeri, Carlo Munari, Silvio Zanella, Paolo Rizzi e Virgilio Fantuzzi. Negli studi su fratel Venzo un ruolo particolare ha avuto, soprattutto negli ultimi dieci anni, Paolo Bellini, che ha incontrato e conosciuto Venzo per la prima volta nel 1957; peraltro già nel catalogo dell’importante mostra milanese del 1986, Fratelvenzo Antologia di pittura, tenutasi all’ Istituto Leone XIII e realizzato in collaborazione con Raffaele De Grada, lo studioso aveva offerto un significativo apporto alla lettura dell’opera di Venzo, vivente ancora l’artista.
Ma è con il Primo censimento dell’opera pittorica curato da Bellini e realizzato con l’aiuto di un gruppo di collaboratori, pubblicato nel 2005 in concomitanza con le importanti mostre a Bassano del Grappa, Rossano e Cartigliano che si dispone di uno strumento idoneo ed efficace per la conoscenza della vasta opera di Venzo. Infatti questo lavoro, pur necessitando di accrescimenti, ulteriori verifiche e anche di una serie di precisazioni, è a tutt’oggi la base imprescindibile per ogni ricerca e riflessione sulla vasta e dispersa produzione di fratel Venzo. Comprende 1944 dipinti disposti in ordine cronologico e accompagnati dalle relative riproduzioni fotografiche; segnala anche un piccolo gruppo di opere di cui si hanno solo notizie incerte o manca la documentazione fotografica. Peraltro questo primo censimento illustra solo dipinti ad olio e tempere ed esclude, come precisa lo stesso curatore, affreschi, acquerelli, disegni, pastelli e lavori eseguiti con altre tecniche.
Sono state dedicate a Venzo anche tre tesi di laurea da parte di Giulia Puchetti (1996-1997), Patrizia Pastorelli (2004-2005) e Maria Beatrice Gia (2008-2009) Mentre la prima e la terza hanno per oggetto, rispettivamente, un profilo generale e la fase che vide il profondo mutamento della vita e dell’espressione pittorica, la seconda ha preso in considerazione un aspetto molto meno indagato, se non trascurato, anche perché meno accessibile, quale la ricchissima produzione di disegni. Dopo il 2000, gli sono state dedicate le seguenti mostre:
nel 2005 a Bassano del Grappa, Cartigliano e Rossano Veneto; nel 2007 a Gallarate e nel 2008 a Cassano Magnago (entrambe con opere di collezioni lombarde); nel 2011 a Trento e nel 2018 a Bassano del Grappa.